La terrazza

La terrazza

Opera 13.0065  Acrilico su carta – giugno 2013 – dim.46×31 cm

La Terrazza è di al.to. è un luogo che offre una visione privilegiata, un luogo architettonico che rimanda alla vita da ingegnere dell’artista. La visione privilegiata è quella che formalmente deriva da uno spazio posto ad una sommità, che amplia la propria visuale sul panorama e sul (proprio) mondo; oltre che favorita, diventa, dunque, visione intima. Lo spazio è qui razionalizzato e reso essenziale, attraverso un gioco di linee che percorrono forme note e rimandano a strutture antiche, che sono le radici della nostra cultura.

Possono essere i portici bolognesi, città in cui vive al.to., ma anche arcate romane, borboniche, che pongono lo sguardo dinanzi ad un forte attaccamento per la nostra storia. Quel portico, peraltro, appare volutamente stilizzato, intuibile più che riconoscibile, perché deve seguire l’immaginario del fruitore, affinché egli possa cercare ed percepire qualcosa di proprio. Le geometrie perfette che, inizialmente stavano prendendo piede, hanno, poi, come spesso accade nelle opere di al.to., lasciato spazio a forme surreali e immaginarie dell’istinto. Questa, infatti, è innanzitutto una terrazza immaginata, filiazione di una piccola opera su carta, ripensata in parte, in cui, però, il concetto alla base resta il medesimo.

Tramite l’uso e la forza dei colori primari ci si interroga su due cose: quanto sarà alta questa terrazza su cui la ringhiera ci protegge? Quanto è lontano e pericoloso il mondo là fuori? Da questa posizione privilegiata ci sentiamo al sicuro e anche superbamente padroni del nostro destino. Basta spostare lo sguardo a sinistra per vedere che dal grande portale, irradiato da una forte luce, non c’è una base sicura con cui scendere, ci tocca, con coraggio, compiere il salto nel vuoto e rischiare, ma vivere. La geometria che si muove tra la lezione surrealista e soprattutto metafisica, si nutre qui di luci e ombre, in un dualismo equilibrato che non lascia spazio al superfluo.